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Scoprite "La Strega Spiaggiata"


La ragazza era cullata dalla risacca.

Le onde le lambivano le gambe, inguainate in un paio di collant a righe orizzontali, strappati all’altezza del polpaccio sinistro e il lembo inferiore del tubino nero. Gli occhi ormai spenti, incorniciati da un maquillage violetto glitterato d’oro, guardavano il cielo grigio del primo giorno di novembre, mentre dalle labbra dipinte con un rossetto nero lievemente sbaffato, un leggero rivolo di sangue scivolava sulla pelle diafana delle guance.

Il commissario Luca Zoffoli la osservò mentre il medico legale le prendeva la temperatura: avrebbe potuto essere sua figlia.

Una folata di vento gelido lo fece rabbrividire e gli frustò il viso con la sabbia. Si strinse nel cappotto color tabacco masticando un’imprecazione in romagnolo.

«Tu cosa ne pensi, Lince?» Disse rivolto ad una ragazza vicina alla trentina, dai capelli castano chiaro e con due incredibili occhi a mandorla color opale.

Anna Bonoli, detta Lince, ex sovrintendente di Polizia passata alla professione privata dopo una vicenda che l’aveva costretta alle dimissioni, si accese una sigaretta e aspirò avidamente una boccata di fumo per riscaldarsi. Avrebbe preferito di gran lunga un Gin tonic, che avrebbe volentieri assaporato al Tiki Comber sul Porto Canale, se non fosse stato chiuso d’inverno.

«Ah dì, direi che è stata una festa abbastanza di merda per questa poveretta».

Come “civile”, Anna non avrebbe dovuto trovarsi sulla scena del crimine ma, incidentalmente, era stata proprio lei a scoprire il cadavere durante la passeggiata che faceva ogni mattina sulla spiaggia di Cesenatico Ponente.

«Mo veh, una festa, dici?» Zoffoli aspirò con il naso una voluta di fumo della sigaretta della sua ex sottoposta. Aveva smesso di fumare da tempo ma, in momenti come quelli, ne sentiva la mancanza. «Sicuramente la festa l’hanno fatta a lei».

Anna indicò il corpo con le due dita che reggevano la sigaretta. «E’ vestita da “streghetta sexy”, età apparente: intorno ai vent’anni e sono sicura che dall’autopsia risulterà che aveva alzato un po’ il gomito. Se tieni conto che questa notte era Halloween, la deduzione è fin troppo elementare».

«Causa della morte, orientativamente, un forte trauma cranico». Intervenne Montanari, il medico legale. «Ma sarò più preciso dopo l’autopsia ».

«Ora del decesso?» Chiese la Lince, anticipando il commissario.

«Le prime ore del mattino. Quando l’hai trovata, probabilmente era ancora calda».

«Non ci sono segni di trascinamento». Osservò Anna guardando le tracce sulla sabbia. «La ragazza è stata aggredita più o meno dove l’abbiamo trovata». Alzò lo sguardo per seguire una doppia serie di impronte che risalivano verso la strada. «E arrivava da laggiù».

Il commissario sbuffò spazientito. «Ci saranno state duecento feste di Halloween stanotte! Come cercare un ago in un pagliaio!»

Anna non gli badò. Stava seguendo le orme con gli occhi bassi, attenta ad ogni minima increspatura sulla sabbia. Zoffoli le andò dietro, più di una volta, in passato, le intuizioni della Lince erano riuscite a risolvere un caso.

«Ci saranno state duecento feste». Convenne l’ex poliziotta parlando a labbra strette per non lasciar cadere la sigaretta. «Ma una sola su un bus». Aggiunse, indicando le larghe impronte di pneumatici sulla sabbia che il vento aveva soffiato sull’asfalto. Estrasse lo smartphone e richiamò un’immagine che mostrò al commissario: il volantino di un autobus inglese a due piani che annunciava: La notte delle streghe! Volate con noi per le strade di Cesenatico!

«Ah dì, ecco qui dove è stata quella poveretta stanotte: ha partecipato al nuovo evento di quelli di Festa Mobile». Disse.

«Cos’è? Un club di patiti di Hemingway?»

«Più o meno. Il nome è senza dubbio evocativo, ma nessun riferimento diretto. È una discoteca ricavata in un vecchio omnibus londinese. Sotto c’è il bar e, al piano di sopra, aperto, la pista da ballo».

«Sì». Si illuminò Zoffoli. «Ogni tanto li vedo passare. Girano per la riviera annunciandosi a chilometri di distanza. Ah dì, non potrebbe essere altrimenti, dato che tengono la musica a manetta e non è certo Chopin. Si sono beccati anche qualche denuncia per schiamazzi notturni. Ma finora non hanno dato grossi problemi».«C’è sempre una prima volta». Sorrise amaramente la Lince. «Se Montanari non ha sbagliato l’orario, la ragazza è stata una delle ultime a scendere dal bus. Il suo assassino, probabilmente, o è sceso dopo di lei, e questo dovrebbe restringere la rosa dei sospetti, o è addirittura tra gli organizzatori della festa».«Ne sei sicura?»La Lince diede un ultimo tiro, gettò la sigaretta a terra e la schiacciò con la punta del piede. «Mo dì, Luca, vabbè che siamo in tema, ma mi hai scambiata anche me per una strega? Guardami bene: non sono vestita di nero, non volo su una scopa e non ho nemmeno la palla di cristallo». Guardò Zoffoli sottecchi, con un mezzo sorriso. «Però direi lo stesso che è un buon punto di partenza, ti pare?»

(Prosegue in libreria)

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